Obama come Hitler (?)

26 gennaio 2009 alle 11:53 am | Pubblicato su Blog | Lascia un commento

Sono conscia del forte paragone nel titolo, ma ritengo di poter giustificare questa piccola provocazione. Premetto che la questione americana non è stata mai oggetto dei miei interessi, malgrado questo negli ultimi mesi i media nostrani ci hanno sottoposto, se non quasi imposto, le elezioni presidenziali americane in modo così massiccio che sarebbe stato più impegnativo non sentirne parlare. 

A meno di una settimana dal suo insediamento Barack Hussein Obama ha dato inizio alla sua attività di presidente reintroducendo i finanziamenti ad organizzazioni internazionali che sostengono l’aborto nei paesi in via di sviluppo come strumento di piabarack_obamanificazione familiare. Ho visto qualche video che promuoveva l’aborto, rimandendo alquanto agghiacciata soprattutto dagli slogan, del tipo “perché farlo nascere se la sua vita sarà un inferno?” e simili (non molto distanti dallo “spessore” degli slogan che presto vedremo su qualche autobus anche qui in Italia…). Tali slogan, di cui Obama si fa portavoce, celano messaggi molto gravi. E’ innegabile, non tutti nascono nella stessa situazione, ma la vita è mistero anche perchè non si sa mai la piega che potrà prendere: non si contano gli esempi di situazioni disagiate da cui molti sono riusciti a riemergere con successo. Perchè precludere la vita solo perchè la situazione di partenza è molto svantaggiata? Il ragionamento di Obama mina le basi ideali di una terra di promesse, speranze e di opportunità qual è considerata l’America. L’ideale di “self made man” che è un motivo d’orgoglio tutto americano, meglio non potrebbe spiegarsi se non proprio con il termine “opportunità”, la stessa che Obama oggi, nei fatti, nega a priori a quei bambini che, con il suo contributo, non vedranno mai la luce. Alcuni valori sono trasversali e non si tratta di essere pro o contro la legalizzazione dell’aborto, semplicemente è assurdo preferire di destinare finanziamenti ad organizzazioni che vedono nell’aborto una soluzione alla fame piuttosto che ad altre. E’ assurdo perchè il diritto alla vita deve essere garantito a tutti e in ogni parte del mondo, povera o ricca che essa sia. Con gli ultimi provvedimenti il neopresidente si schiera a favore di una vera e propria selezione operata su criteri che inevitabilmente si traducono in razziali, come già qualcuno non ha esitato a far notare. La storia ci ha insegnato che da un gesto “altruista” ad egoista spesso il passo è molto breve. Il parallelo con il dittatore tedesco seppure forse un po’ esagerato, a questo punto, risulta comprensibile; in ogni caso sono certa che gli Americani sapranno attribuire il giusto peso alle prime mosse di Obama. Se questo è stato l’esordio (pessimo) del presidente, l’obamamania si avvierà presto verso il declino, con il mio benestare: almeno ci sarà più spazio per cose più serie.

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