ATREJU 2008: BREVE RESOCONTO

12 settembre 2008 alle 12:52 PM | Pubblicato su Blog | 7 commenti

Ecco un piccolo résumé sui primi due giorni di Atreju:

Apertura Atreju 2008

Apertura Atreju 2008

Dopo l’inaugurazione nella quale sono intervenuti Francesco Lollobrigida e Roberta Angelilli (di cui ho apprezzato l’intervento sulla sua esperienza di militanza giovanile) si è aperto un confronto sul difficile equilibrio tra flessibilità e precariato. A quanto pare al ministro Sacconi non piace molto la facoltà di scienze della comunicazione :). Ironia a parte, ho concluso la mia prima giornata di Atreju assistendo alla parte iniziale dell’incontro con Giulio Tremonti, poi sono dovuta scappare. Ieri, il primo incontro “di rilievo” è avvenuto alle 17 circa con Gianni Alemanno, Flavio Tosi e Sergio Cofferati. A dire la verità, visti i retaggi ideologici che a sinistra hanno sempre fatto respingere la soluzione necessaria del federalismo, mi aspettavo un dibattito più animato. É subito seguito l’incontro con Silvio Berlusconi, il quale non ha faticato a mantenere un tono leggero, avvalendosi del suo ben noto umorismo. Come prevedibile, l’arrivo del Cavaliere ha comportato un enorme afflusso di presenze. E grazie al concerto della Compagnia dell’Anello non è mancato lo svago più identitario; peraltro credo che assistere ad un concerto al lato del Colosseo sia sempre un’esperienza irripetibile. Oggi si vedrà: il tempo non promette bene, ma sembra essere diminuito il caldo! Atreju quest’anno ha un sapore diverso, ma è probabile sia solo una suggestione dettata dalla consapevolezza che ci stiamo incamminando verso un nuovo corso…

7 commenti »

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  1. E’ strano come Azione Giovani insegua quel linguaggio e quei simboli della destra che il “partito padre” ha volontariamente abbandonato.

  2. E’ sbagliato dire che Azione Giovani “insegua” ciò che in realtà le appartiene storicamente.

  3. e il partito nato a fiuggi cosa propugna? l’atlantismo tout-court? la kippah?

    non riesco a capire come si possano conciliare queste posizioni così distanti.

  4. Premesso che dopo la svolta parzialmente bipartitica avutasi con le ultime elezioni mi sembra quasi “anacronistico” riparlare dei partiti in questa maniera, mi riservo tuttavia di precisare che “posizioni così distanti”, all’interno di un partito, si possono conciliare grazie all’esistenza delle cosiddette correnti. Tornando al Presente (di cui ritengo sia più giusto occuparci) vale lo stesso discorso: il Popolo della Libertà si appresta a divenire il contenitore di un vasto elettorato di destra, in cui ci sarà spazio per varie posizioni, anche contrastanti fra di loro. Va da sè dunque che l’identità di Alleanza Nazionale non per questo si cancellerà. Arroccarsi su princìpi meramente ideologici, di carattere quasi settario, significa andare contro il principio stesso di politica. Bisogna saper discernere le idee, gli ideali dall’ideologia.

  5. Le correnti non esistono più. L’Identità di An non si cancellerà per la scelta di aderire al PdL ma per le mosse di ‘qualcuno’.

  6. Appartenere ad un’ideologia non significa essere fermo sul passato e non avere il coraggio di andare avanti, come hanno fatto quelli di La Destra.
    Bisogna invece guardare al futuro facendo tesoro di ciò che c’è stato di buono e costruttivo nel passato. Questa è stata la mossa vincente e alquanto ostica di Fini a Fiuggi e alle ultime elezioni.
    dovevamo decidere se essere partecipi al cambiamento dell’italia oppure defilarci nel tunnel dell’ extraparlamentarismo dal quale siamo usciti anni e anni fa. E nel quale non vogliamo assolutamente ritornare.

    Il simbolismo è una cosa fondamentale per un partito e per una comunità, però non è detto che ,scomparsa la fiamma dal logo, scompaia anche dal cuore.no!

    La sottile differenza tra noi e i neo-comunisti è che noi pur essendo in procinto di abbandonare i simboli che hanno caratterizzato la nostra comunità per più di mezzo secolo, abbiamo nel cuore e nelle mani un’identità forte .
    Gli altri ,invece, pur conservando la falce ed il martello sono ben lungi dal perpetuarsi dell’ideologia comunista.

    ora io mi sento a casa nel popolo delle libertà , e credo che si sentano a casa tutti gli amici di azione giovani…o almeno quelli che non si lasciano condizionare dallo stile un pò retrò di storace & co.

    Claudio Landi

    http://www.claudiolandi.blogspot.com

  7. Esatto, Claudio. Chi ha una solida idea politica non teme una sfida simile, anzi, la accetta e la affronta con coraggio ed una buona dose di ragionevolezza. Non sarebbe nel “nostro stile” accettare una sfida se il risultato fosse facilmente prevedibile.


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