DONNE E LIBERTA’

4 marzo 2008 alle 8:07 PM | Pubblicato su Blog | 15 commenti

La condizione femminile a partire dal numero di donne che sceglie di entrare nel mondo del lavoro, è mutata notevolmente nell’ultimo ventennio in tutti i Paesi OCSE. Secondo i sondaggi la percentuale di lavoratrici è in aumento, mentre si registra un calo nell’occupazione maschile, complici le scelte sempre più diffuse di pensionamento anticipato fra gli anziani e di frequentare corsi universitari fra i giovani. Globalmente vi è stato un miglioramento netto per le donne: l’aspettativa di vita ha superato del 20% circa quella degli uomini e il divario con l’altro sesso nell’alfabetizzazione si è ridotto della metà. Inoltre l’espandersi sul commercio degli anticoncezionali ha ridotto di un terzo i tassi di natalità. Quest’ultimo dato è considerato da molti ed in particolare dalle donne motivo di maggiore libertà. Forse non lo si può considerare altrettanto positivamente in Italia, dove la ridotta natalità rappresenta un problema sociale consistente. Al di là delle varie opinioni in proposito, è interessante analizzare l’aspetto centrale, ossia il rapporto delle donne con la libertà. In concomitanza all’antagonista sete di potere, la libertà costituisce da sempre uno dei desideri umani più comuni, basti pensare al numero di persone che hanno perso (e purtroppo perdono tutt’oggi) la vita credendo nella sua conquista. Nel nostro Paese il suffragio universale del 1946 ufficializzò l’entrata delle donne nella vita politica. Tuttavia i primi veri accenni di libertà per le donne ci furono in seguito al boom economico degli anni Sessanta e in particolare dal Sessantotto in poi, anno celebre non solo per i movimenti studenteschi ma anche per le più aspre rivendicazioni femministe. Come in qualsiasi cambiamento radicale si assunsero presto posizioni talmente estremizzate da travisare il significato originale dei concetti alla base del Sessantotto stesso. A volte la libertà si trasformò piuttosto in un atteggiamento deviante, pari al liberismo più sfrenato che inneggiava addirittura all’anarchia. Attualmente permangono retaggi non trascurabili di una libertà impropria. C’è più libertà di scelta, ma quasi sempre si tratta di una libertà illusoria. Nella fattispecie della questione femminile la legge sull’aborto costituisce l’esempio lampante: una donna è libera di scegliere. Resta il fatto che le istituzioni non garantiscono una reale libertà di scelta. Molte donne di fronte alla mancanza di tutele da parte dello Stato, in caso di gravidanza, compiono una scelta quasi obbligata, tuttalpiù in nome di una “libertà” che trascura il valore della vita. L’uguaglianza fra uomo e donna deve essere garantita nei diritti e nei doveri, declinati in base alla natura fisica di ogni individuo. Tutte le donne sono madri potenziali: in ambito lavorativo si dovrebbe avere maggiore rispetto della donna in funzione di eventuali gravidanze, affinché la maternità non rappresenti un ostacolo alla carriera. La vera libertà delle donne esisterà quando esse saranno considerate uguali e allo stesso tempo distinte dagli uomini, in quanto dotate di caratteristiche proprie della loro natura. Il femminismo estremo ha ricercato nella mortificazione della femminilità un rimedio valido per “liberare” le donne, incorrendo in una sorta di autolesionismo. La volontà di emanciparsi come donne si è trasformata in un rifiuto di esserlo, e alla condanna dei tratti distintivi del genere. Nel tentativo di annullarsi uniformandosi ai tratti maschili, si può rintracciare una forma indotta di globalizzazione nell’identità sessuale, ben lontana dal concetto di libertà originario a cui miravano le vere donne.

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  1. Complimenti, un pezzo coraggioso e non scontato. Io parto dal presupposto che una donna non deve mai dimenticare che sta molto meglio con una gonna, che con i pantaloni, specie se questo significa perdere le proprie caratteristiche che la rendono unica. Una donna non deve rivendicare nulla, perchè ogni essere umano dotato di cerebro sa quanto è importante avere accanto nella vita una donna. Peccato che ultimamente, sia nell’universo femminile, sia in quello maschile, il cerebro diventa sempre più risibile.

    Cordialmente,

    FG

  2. Esattamente, vedo che condividi. Grazie 😉

  3. Quando le donne si sentiranno libere di essere femmine, ne guadagneremo anche noi maschietti.
    La forza dell’essere umano sta nelle sue peculiari differenze, peccato non saperle apprezzare come la natura ci insegna. Ne guadagnerebbe la civiltà. Che a volte corre furiosamente senza meta e si lascia pezzi importanti per strada.

  4. Eh già…

  5. Sono pienamente daccordo con te!Le femministe sanciscono l’annichilimento della femminilità ,deturpando ciò che di più bello abbiamo al mondo :
    la donna ( in tutte le sue forme mamma , confidente , fidanzata , amante )
    Belle quelle mamme che vanno a lavorare lasciando i piccoli col padre , grazie a quella legge insulsa e contronatura che consente di scegliere se far usare la MATERNITA’ alla madre piuttosto che al padre , belle le liste rosa che trattano le donne come disabili
    …e mi fermo per non dilungarmi !
    Brava Sabrì continua così , non permettere che sminuiscano il tuo sesso .

  6. Delle volte la rincorsa alla pari opportunità annichilisce la femminilità.
    Basti vedere le donne in carriera che sono praticamente uomini in gonnella che se le trovi sotto le lenzuola hai l’idea di avere un rapporto omosessuale.
    La donna ha in se una componente di fragilità che va preservata, che la rende fascinosamente preda ma se ti trovi dinanzi un leone è difficile fare il predatore.
    Donna emancipata ma non rivoluzionata, che abbia la possibilità di non entrare nel tritacarne di questo liberismo dove il tempo è pienamente occupato. Si parla di famiglia sopratutto in questa campagna elettorale. Non c’è più la famiglia modello mulino bianco. Io mi vedo con mia moglie il Sabato e la Domenica perchè quando non lavoro io , lavora lei. Mia figlia la vedo la domenica perchè quando ritorno a casa alle 10 di sera dorme e quando parto alle 7: 30 di mattina dorme. Lasciamo stare stiamo andando verso un modello di società che è una follia.

  7. @ciro: Che la legge consenta di scegliere se riprendere subito il lavoro o lasciare il figlio nel migliore dei casi al padre, non costituisce il problema essenziale. Sta nell’intelligenza ma soprattutto nella sensibilità di una donna scegliere se godersi la crescita del proprio figlio nei suoi primi mesi di vita o tornare a lavorare. Come si dice, ognuno ha le sue priorità. Peraltro spesso, a causa della mancata tutela della donna nella sua interezza, ovvero come madre potenziale, molte donne sono costrette a privilegiare il lavoro per non perderlo definitivamente. In tal caso è superficiale parlare di cieca ambizione.
    @Amedeo: Le pari opportunità devono essere percepite tali, adeguate quindi alle caratteristiche di ogni genere. E’ chiaro che una donna non è adatta a fare il muratore; dire che è uguale all’uomo nelle capacità e nella rendita di un lavoro pesante sarebbe un’ipocrisia, un’ennesima pretesa innaturale. Nei lavori più impegnativi la donna sta dimostrando di valere quanto un uomo o addirittura di più, se riesce poi a coniugare carriera e famiglia. Non si può fare di tutta l’erba un fascio: non tutte le donne in carriera sono freddi pezzi d’acciaio. La famiglia deve essere rivalutata a partire dalle nuove generazioni, ma devono ricrearsi i presupposti per rendere possibile la messa in atto del principio della società.

  8. Finalemente riesco anch’io a intervenire tra i commenti nel tuo blog, per il quale ti faccio i complimenti 🙂

    Condivido in pieno la tua analisi sul argomento delle donne. Hai scritto veramente un bel pezzo! Credo che hai scritto ciò che tantissime donne pensano! Brava!

  9. In effetti la novità più grande sono forse i commenti: adesso si può commentare senza possedere un account. Ti ringrazio per i complimenti! 😉

  10. 🙂

  11. w le donne! w Sabrina! 🙂

  12. …concordo con blizzard!
    e complimenti sabrina per il nuovo sito!

  13. Grazie Chiara!

  14. e brava Sabry…! una riflessione davvero profonda! pari opportunità si, ma nel rispetto della natura dell’individuo!! continua così…

  15. Hai colto il nocciolo della questione 🙂 grazie!


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